Guida a Internet per il medico |
Indice | |
Introduzione | Posta Elettronica |
World Wide Web | Telnet, Files, NewsGroups |
L'ipertesto, nella sua forma fondamentale, funziona come un sistema elettronico di note a piè di pagina, dove il collegamento (link) vi fornisce una informazione più dettagliata dell'argomento in questione. I links ipertestuali sul Web, diversamente dalle note convenzionali, vi possono portare una informazione contenuta in qualsiasi punto di Internet (un'altra città, nazione o anche continente) e l'informazione che ricevete può essere un testo, un'immagine, un file sonoro o anche un filmato. Diversamente da gopher (v. riquadro), i links delle pagine Web possono essere contenuti in qualsiasi punto della pagina e non sono necessariamente messi in un formato gerarchico.
Seguendo i links di un ipertesto tracciate un cammino attraverso lo "spazio dell'informazione" piuttosto che in uno spazio geografico. L'ipertesto incoraggia a seguire cammini non lineari attraverso l'informazione, e metaforicamente a esplorare una rete tridimensionale piuttosto che un albero.
La maggior parte degli URLs contiene tre tipi di informazione: il servizio (in gergo "il protocollo") da usare, il nome del server a cui collegarsi e il nome delle directory da seguire per accedere ad un file specifico su quel server.
Il formato è tipicamente:
protocollo://server-name/path
Per esempio il seguente URL vi porterà ad una pagina Web di una rivista per medici di medicina generale:
http://epsilon.essai.it/utet/occhio/
mentre il seguente URL vi porterà al Queen Mary Westfield gopher:
e infine questa URL vi farà scaricare un file dal server ftp del Queen Mary Westfield:
ftp://ftp.qmw.ac.uk/pub/aids/aids9409.rmf
Ci sono tre modi in cui potete usare un URL per andare in qualche posto del Web. Primo, potete semplicemente clickare un link ipertestuale su una pagina Web. In questo caso l'URL è nascosto all'interno del link e non è visibile all'utente. Secondo, potete fornire al vostro Web browser un URL digitandolo manualmente. Questa è una opzione utile se trovate un URL interessante in un giornale, una rivista o un libro. Terzo, se usate un sistema operativo adatto, potete utilizzare l'opzione cut and paste per trasferire un URL da un documento elettronico (per esempio un messaggio di email) al vostro Web browser.
<H1> Questa è una intestazione </H1>
Il segno / indica la fine di un certo codice di formato. I codici sono in genere definiti funzionalmente piuttosto che visivamente, per cui il modo in cui un certo codice è visualizzato può variare da browser a browser.
I links sono marcati con un formato speciale:
<A HREF = "URL">titolo del link</A>
Per esempio:
<A HREF = "http://www.aafp.org/family/afp/index.html">American Family Physician Association</A>
I links così marcati possono essere usati per portare il lettore in un altra zona dello stesso documento o su altri documenti o files completamente diversi.
Chi avesse accesso a Internet soltanto tramite email può ottenere le pagine Web utilizzando un WebMail server che permette di ottenere il testo delle pagine richieste [Agora].
Facciamo un esempio: immaginiamo che stiate dando delle lezioni di chirurgia ortopedica e che vi servano alcune immagini correlate all'argomento. Potete tentare due approcci.
Il primo è iniziare la vostra ricerca in un sito che ha un indice per gerarchie [Yahoo][Yahoo: Indices to Web Documents][The WWW Virtual Library: Subject Catalogue]. Potete iniziare la vostra ricerca al menu iniziale di un sito molto noto, Yahoo [Yahoo]. Selezionate il link su HEALTH e poi quello su MEDICINE [Yahoo:Health:Medicine].
Questo vi porta ad un elenco di specialità da cui selezionate ORTOPEDIA. Trovate una serie di istituti ortopedici e di organizzazioni ortopediche. Se clickate sul link della ortopedia alla Queen's University di Belfast arriverete ad una pagina Web che spiega le attività e le risorse di quel dipartimento di ortopedia. Ora basta clickare su Orthopedic Image Database per accedere alla collezione di diapositive del dipartimento.
Un secondo approccio alla ricerca è l'uso dei cosiddetti "motori di ricerca" (search engines) che contengono un indice periodicamente aggiornato del Web.
Navigare nel Web Il Web ha trasformato la navigazione in Internet in un piacevole passatempo, affascinante ma anche dispersivo. Seguendo semplicemente i links di un ipertesto uno dopo l'altro come in un flusso di coscienza può far perdere molto tempo (e lievitare la bolletta del telefono) ma a volte può far scoprire per puro caso tesori nascosti.
Cosa va messo nelle vostre pagine Web? Le università e le istituzioni creano pagine Web informative che normalmente includono: informazioni generali sul dipartimento o l'istituzione, indirizzi email, postali o numeri di telefono, informazioni specifiche circa le aree di ricerca, l'istruzione e gli interessi clinici oltre che links a siti correlati. Molte persone hanno creato "home pages" individuali che contengono dati biografici, figure e siti di interesse per l'autore.
La pubblicazione sul Web Molti giornali medici stanno da qualche tempo muovendo i primi passi nel Web: alcuni forniscono soltanto un indice di quello che si può trovare sulle copie cartacee, mentre altri, come il British Medical Journal, pubblicano una selezione dei loro articoli in forma elettronica.
Per gli editori spostarsi sul Web rappresenta un problema, in quanto l'HTML non è ancora flessibile come altri software di desktop publishing, ed è un linguaggio che forza l'editore a perdere il controllo sull'aspetto finale del prodotto (ogni Web browser lo mostrerà in modo diverso). Inoltre produrre una versione cartacea e una HTML di una rivista richiede un certo tempo e fa aumentare i costi.
Esistono varie soluzioni a questi problemi: una, seguita dal BMJ, è quella di utilizzare un linguaggio più potente dell'HTML, il SGML che può essere interpretato sia dai browsers che dai programmi di desktop publishing. Un'altra è quella di rendere disponibili i documenti non come pagine Web, ma come files scaricabili in formati quali quello creato da Adobe Acrobat che richiedono un lettore per leggerne il contenuto. Questo approccio permette di avere un maggior controllo sull'aspetto finale del prodotto. Per esempio il Mortality and Morbidity Weekly Report sono pubblicati in formato Adobe.
Un altro problema è la natura evanescente delle pagine sul Web; i links diventano inutilizzabili se le pagine sono mosse o cancellate o se il server viene chiuso. E questo rende difficile citare i dati sul Web: è come avere a che fare con un enorme libro in cui i capitoli e i singoli paragrafi vengono continuamente spostati di pagina o cancellati. Un autore che citi un articolo sul British Medical Journal può essere ragionevolmente sicuro che un lettore potrà trovarlo anche tra cento anni. Citando un dato presente sul Web non si ha la sicurezza assoluta che esso sia recuperabile una settimana dopo.
Infine, vi sono problemi etici potenziali immettendo sul Web dei dati clinici come per esempio immagini di pazienti. In seguito a queste considerazioni il dipartimento di ortopedia della Queen's University di Belfast ha ristretto l'accesso al suo database di immagini agli utenti locali.
Il termine "gopherspace" viene spesso usato per indicare le informazioni contenute nei server gopher. è possibile fare ricerche nel gopherspace utilizzando un motore di ricerca detto "Veronica" che si può trovare nella maggior parte dei gopher selezionando il menu "Altri gopher e servizi informativi" (Other gopher and information services) nel menu principale.
Il gopher si può raggiungere con programmi client specifici, via email e anche tramite il Web. Vi sono molti gopher di argomento medico e coprono pressoché tutti gli argomenti, dall'AIDS alla WHO. Chi volesse esplorare il gopherspace può iniziare la ricerca al gopher del National Institute of Allergy and Infectious Diseases [Bio and Medical Gophers and Info. Sites] o effettuare una ricerca con Veronica utilizzando come keywords "Medical Gophers" [Veronica Search: Medical Gophers].
This article has been translated with permission by the original "A Guide to the Internet for Medical Practitioners" by Dr. Mark Pallen, Senior Lecturer in Medical Microbiology, St Bartholomew's and the Royal London School of Medicine and Dentistry
Copyright © British Medical Journal